La prima mostra personale di Þorgerður Ólafsdóttir a Officina Artierranti: da giovedì 6 febbraio nell'ambito di ART CITY Bologna in occasione di ARTEFIERA.
Nel cuore dell'arcipelago delle Vestmannaeyjar, una giovane isola che resiste al passare del tempo, custode di una storia unica e mutevole, che la rende patrimonio UNESCO dal 2008. Surtsey, nata da un'eruzione vulcanica sottomarina il 14 novembre 1963, è protagonista di Island Fiction - Part II, la prima mostra personale in Italia dell’artista islandese Þorgerður Ólafsdóttir. Nell'ambito di ART CITY Bologna 2025 in occasione di ARTEFIERA, l'artista mostra aspetti inediti della sua ricerca, esplorando la relazione tra genere, natura e potere attraverso un linguaggio visivo che unisce video-installazioni, sculture e fotografie. Presso Officina Artierranti, in via Sant’Isaia 56/A, la mostra inaugura giovedì 6 febbraio dalle 18 alle 21 ed è visitabile fino a domenica 16 febbraio, data in cui è previsto un momento di finissage con la lettura di alcuni brani dell’autrice Auður Ava Ólafsdóttir.
Nell'estate del 2021, Þorgerður ha ottenuto un permesso di ricerca per viaggiare sull'isola di Surtsey, dove ha soggiornato per tre giorni con una spedizione geoscientifica, oggetto anche della pubblicazione Island Fiction, intreccio tra opere d’arte ed essay.
Un’isola che sta via via scomparendo, una terra inaccessibile al pubblico per motivi di conservazione, ma dal valore scientifico e naturale incalcolabile, tanto da influenzare ricerche sul cambiamento climatico e sull'evoluzione dei territori vulcanici. Si tratta di un'isola vulcanica situata nel sud dell'Islanda, emersa nel 1963 durante una potente eruzione sottomarina. Il suo nome deriva da Surt, il gigante di fuoco della mitologia norrena. La formazione dell'isola è stata un evento straordinario, che ha attirato l'attenzione di scienziati e naturalisti di tutto il mondo, poiché offre un'opportunità unica di studiare i processi di colonizzazione biologica e geologica in un ambiente incontaminato.
Surtsey sta gradualmente riducendo la sua superficie, dopo che nel 1967 con 2.7 km ha raggiunto l’apice delle sue dimensioni, a causa dei processi di erosione e di sudsidenza oggi la sua superficie è praticamente dimezzata.
Þorgerður Ólafsdóttir
Þorgerður Ólafsdóttir (1985) è un'artista visiva con sede in Islanda. Nella sua pratica, considera vari oggetti e fenomeni legati alla nostra comprensione e relazione con il mondo naturale, così come esso si incontra, si sovrappone e viene interpretato all'interno degli ambienti umani. Il suo lavoro è stratificato nei processi, nella ricerca e nel lavoro sul campo, dove il suo approccio si riconosce attraverso diverse nozioni di tempo, scala e narrazioni.
Þorgerður ha conseguito un Master in Belle Arti presso la Glasgow School of Art nel 2013 e una laurea in Belle Arti presso l'Università delle Arti d'Islanda nel 2009. Oltre alla sua pratica artistica, Þorgerður ha contribuito a vari spazi gestiti da artisti, progetti e pubblicazioni. Dal 2014 al 2018 è stata direttrice del Living Art Museum (NÝLÓ) di Reykjavík, un museo gestito da artisti fondato nel 1978. Insieme all'artista Eva Ísleifsdóttir, ha fondato Staðir / Places, un progetto espositivo biennale nei Fiordi Occidentali dell'Islanda (2014-2021).
Þorgerður fa parte del progetto di ricerca Relics of Nature - an Archaeology of Natural Heritage in the High North (2021-2026), che mira a esplorare le comprensioni e le manifestazioni del patrimonio naturale, con particolare attenzione all'Alto Nord e nel contesto del cambiamento climatico.
Island Fiction - Part II
Þorgerður Ólafsdóttir
Officina Artierranti, Via Sant'Isaia 56/A
OPENING 6 febbraio h 18-21
7/02 h 15-19; 8, 9/02 h 11-19; 15, 16/02 h 11-13 h 15-19.